domenica 23 settembre 2012

Chiedi e ti sarà detto:

Accade quasi giornalmente che qualcuno, fisicamente oppure online, mi faccia notare che non mi alleno abbastanza. Io non lo nego, anzi sono quasi lusingato che me lo vengano a dire, perché significa che prima mi allenavo molto di più. Dunque è esistito un tempo in cui mi sono allenato da (almeno negli intenti) semi-professionista. Pioggia e vento, notte e giorno, dolori o no. Quel tempo è irrimediabilmente passato. E che sarebbe passato, prima o poi, ne sono sempre stato consapevole. Non è detto che non ritorni, ma di certo non adesso e nemmeno l'anno prossimo.

Ciò detto, visto che continuo a giustificarmi di fronte ai tanti che mi fanno notare la debacle, elenco una serie di risposte utili in caso di domande o affermazioni indesiderate e/o poco opportune, sperando che gli inquisitori (amici anche se non sono più al loro livello) diano un'occhiata prima di chiedere direttamente a me: 

1) "ormai sono un ex-atleta"
2) "corro solo per dimagrire, o al massimo per non ingrassare"
3) "ho altre cose più importanti a cui pensare"
4) "non so di che morte devo morire domani e dovrei andare a fare la gara?"
5) "sto conservando lo spirito competitivo per traguardi più importanti"
6) "in questa fase della mia vita non posso aggiungere la preoccupazione per le gare a quelle già esistenti"
7) "in questa fase della mia vita non posso permettermi distrazioni"
8) "non riesco a fare una gara senza allenarmi come si deve, e dato che non ho la testa per allenarmi come si deve, non faccio gare"

Poi ci sono i simpaticoni che mi fanno notare i kg di troppo....non so se lo fanno in buona o mala fede. Nel primo caso sappiano che mi incazzo quando me lo si fa notare, nel secondo....stronzi! In ogni caso anche qui ho il mio parterre difensivo:

1) "non faccio più gare dunque non devo essere tirato come un professionista"
2) "se facessi altre gare farei velocità dunque qualche kg in più non guasta" (conoscendo perfettamente la falsità di questa affermazione)
3) "alla mia fidanzata piaccio un po' più massiccio" o "la mia fidanzata non mi vuole troppo magro"
4) "in America non ho potuto mangiare adeguatamente dunque ho preso qualche kg facilmente smaltibile" (tutto vero)
5) "non riuscivo a trovare le taglie giuste dei vestiti"
6) "quando facevo le gare ero magrissimo, adesso mi basta rimanere magro"

probabilmente ce ne sono altre, basta solo chiedere (tanto ormai sembra diventata lo sport preferito).

domenica 6 maggio 2012

GF LIBERO GRASSI 2012

Appena tornato da Patti, mi accingo a recensire la mia gara (essendo ovviamente di parte....la mia parte nello specifico).
Arriviamo a Patti con largo anticipo, il giusto per evitare di trovare la fila di mezz'ora al bagno....unico bagno "al chiuso" ovviamente (per le piccolezze c'è la natura!). Colazione (per me era la 3° colazione) e sistemazione dell'apparato bici/pilota/barrette energetiche. 
Tante facce conosciute ma anche tanta Catania....che qui viene a vincere le corse, più che a godersi il panorama. 
Il mio obiettivo di oggi: percorso lungo (132 km, 2000+ metri di dislivello), un allenamento in vista della Nove Colli, ma anche un test importante essendo la prima GF dell'anno (la Ceramica è saltata per cause di forza maggiore). 
La giornata è calda, è quel caldo che solo i siciliani possono capire, quel caldo torrido che non ti fa respirare, con il sole a picco sul tuo casco, a rendere tutto più difficile. Un caldo che abbiamo patito interamente, dall'inizio alla fine, essendo partiti alle 10 del mattino. La giustificazione dell'organizzazione è che chi viene da lontano in giornata deve avere il tempo di arrivare. Ok.....ma per una 30ina di persone abbiamo patito in 550. E molti, anche spinti dalla temperatura, hanno scelto il percorso corto (80 km con una sola salita). 
I coraggiosi del lungo (non che gli altri non lo siano stati, ma permettetemi di fare un minimo di differenza, almeno per le 2 ore in più di caldo patito) hanno "sopportato" dalle 3.30 (i primi) alle oltre 5 ore di caldo tra i 28° e i 31°. Ma il peggio non è il caldo, ma la carenza di scorte idriche. Gli unici tre ristori sono collocati in punti strategici ma, cosa riscontrata anche lo scorso anno, ci vorrebbe un 4° ristoro in mezzo alla salita che porta a San Piero Patti. Parliamo di una salita di 15 km, spesso fatta in totale solitudine, con poca ombra e asfalto spesso sconnesso. Insomma....un calvario. 
Per il resto, e giuro che con le critiche ho finito, le segnalazioni sono ancora scarse. Alla partenza ci è stato detto "ci sono 6 cartelli nell'arco di 200 metri che segnalano che strada prendere per il percorso lungo". I suddetti cartelli erano grandezza foglio A4, scritte rosse sul giallo. Ora, io che in discesa vado a 40 km/h (e non sono uno dei più veloci), come diavolo dovrei leggere un mini-cartello con su scritte una serie di cose assurde. Si, perché invece di esserci la freccia con scritto "lungo", c'erano una serie di informazioni totalmente inutili....bah....stessi errori dell'anno passato (e non sono l'unico che li ha rilevati).

Passiamo alla gara. Partenza puntuale alle 10 del mattino. andatura da subito sostenuta, nonostante la turistica di 7 km. La parte turistica è la cosa più pericolosa di ogni GF. Da 3 a 10 km in cui la velocità è controllata. Che significa andare a 50 km/h nei rettilinei e in discesa per poi frenare di botto ad ogni curva....pericolosissimo, ma molti sembrano non rendersene conto e danno sfogo al loro repertorio di "minchiate". Quello che scatta, quello che cambia in salita, quello che supera nella canaletta laterale, l'idiota che taglia le curve ecc. ecc. (per queste persone servirebbe una patente per ciclisti). Molti non sanno che nelle GF, almeno in teoria, quando si è in gruppo le curve non si tagliano altrimenti quelli dietro vanno a muro. Ma vabbe, la cicloturistica è andata senza incidenti, almeno per me. 
La corsa si estende per la SS113, ricca di odiosi "mangia e bevi", si arriva a Capo d'Orlando, e si torna indietro fino a Gioiosa Marea. Tutta questa parte la ho corsa nel gruppo di testa, sfruttando le scie di quei mostri (naturali e OGM ;) che vincono queste corse. Da qui comincia la salita. 
Galbato: circa 7 km, pendenza media 6,5%. Posso solo dire che non ho voluto usare la 36, restando su un dignitoso 50/25. Fatta in compagnia di Vincenzo Nicita (lui con una "mtb" stradale). Ovviamente ho perso le ruote dei primi, ma quelli hanno un altro passo (tanto che il primo mi ha preso circa mezz'ora).
La discesa successiva va via in un soffio, la seconda salita, quella di 15 km, inizia senza che me ne accorga (infatti non riesco nemmeno a prendere il parziale). In tutto questo trambusto, mangiare e bere è praticamente un gioco di prestigio. Si rischia di cadere mentre si morde avidamente la chiusura di un gellino o la carta di una barretta. Io comunque consumo litri di acqua. Pur partendo con quasi 1,5 litri, la finisco subito e le scarse risorse idriche non aiutano. 
La seconda salita è divisa in due parti, primi 12 km, discesina, tanto per dire che si può riprendere fiato, e poi altri 4 km. In tutto supera i 15 km in effetti, senza acqua. Si forma un gruppetto di 5 persone. Io ho scoperto di avere notevoli difficoltà a capire il catanese, nel senso che anche quando parlavano in italiano avevo serie difficoltà. Ma vabbé, che mancava l'acqua si capiva anche in catanese. Le numerose macchine-scorta non si sono degnate di offrirci un goccio d'acqua (nemmeno quelle espressamente richieste). Durante la salita mi supera Princiotta, provo a tenere il passo, ma le gambe sono stanche e decido di evitare.
Sul finire della salita mi raggiungono alcuni amici della Bici & Bike. Silvano e Sergio. Io comincio a preventivare che mi legneranno sul muro di San Pietro....e infatti. Finita la salita si continua in discesa fino al suddetto muro, circa 1 km con pendenze oltre il 20%, giusto per tornare a casa con qualche crampo in più. Il solito Silvano mi passa nella prima rampa dura del Muro, esattamente come l'anno scorso. Riesco a stare dietro a Sergio, ma probabilmente solo perché è bloccato dai crampi. 

Dulcis in fundo, la carenza di cartelli, e i vigili assolutamente inefficienti, mi portano a sbagliare strada sul traguardo (in un posto diverso da quello dove ho sbagliato l'anno scorso!) e ad allungare la mia fatica di ben 100m. Ma alla fine arrivo al traguardo, non tanto soddisfatto della mia performance in salita....c'è ancora da lavorare, ma quest'anno ormai è andata così....è forse è stato meglio ;).

Allego il file del Garmin









mercoledì 2 maggio 2012

Giustificazioni? No, spiegazioni.

Quando si fa una scelta bisogna essere consapevoli, o almeno poterne prevedere le conseguenze, se non interamente almeno in parte. 
La mia scelta è stata quella più ovvia a detta di molti, quella più stupida per qualcuno, quella più comoda per una buona parte. 
Interrompere con le gare di corsa a piedi non è stata comunque una scelta semplice. Qualcuno potrebbe pensare che sia venuta da se, dovuta al fatto che ho altro a cui pensare (ultimo anno di università con laurea e tutto ciò che ne consegue), ma non è di certo solo questo. 
L'agonismo mi impegna mentalmente più che fisicamente. Non posso (nel senso che non ne sono capace) presentarmi ai nastri di partenza senza una preparazione puntigliosa, la perfetta conoscenza del percorso, degli avversari e della strategia da seguire in gara. Tutto questo richiede tempo. molto più di quanto si immagini, molto più di quanto ci voglia per fare un lungo, un piramidale o una serie di 200 metri. 
Ed ecco spiegato perché non ho corso a Messina, non ho fatto le campestri ecc. ecc.. 
A ciò si aggiunge una mia personalissima idea che da molti non è condivisa: se si vuole gareggiare bene, gare bisogna farne poche, o almeno cercare di fare il tempo solo in poche e correre le altre per passeggiare (per molti in squadra è una bestemmia, ma lasciamo stare questo discorso...). Noi cominciamo a febbraio e finiamo a dicembre....e anche se qualcuno dice "l'anno prossimo niente progetto strada" o cose simili, si sa che tanto gareggiano tutti, e chi come me non vuole gareggiare si ritrova ancora 11 euro di chip non rimborsati e con una scarsa prospettiva di utilizzo futuro dell'apparecchio. 
Diciamo che mi sono ritrovato a pensare come fa molta gente che corre...."non deve essere un lavoro". E lo era certamente diventato. Un lavoro dove alle 19 si timbrava il cartellino e dove il turno poteva anche comprendere Natale, Pasqua e Capodanno. Un lavoro con dei compiti a casa e delle mansioni precise. Un lavoro valutato sia in itinere, sul modo in cui era svolto, sia dopo l'aspettato risultato, a seconda che fosse soddisfacente o meno. 
Un lavoro che mi ha, in ultimo, fatto perdere un sacco di tempo in costi di trasporto per gareggiare in pizzi di montagna. Divertente per carità, ma io per una intera estate invece di uscire a mangiare la pizza spendevo i soldi per la benzina....e meno male che la corsa non è uno sport costoso. Ma ci tengo a precisare che la questione dei soldi è solo marginale.

Insomma per fare questa vita ci vuole una passione che io non ho voluto più avere, perché ho realizzato non essere sana, almeno per me. Correrò quando avrò voglia, dove mi piace e all'ora che preferisco. Ma soprattutto non farò mai più una gara controvoglia, perché come ho sofferto a Ganzirri l'anno scorso, lo so solo io e quelli che mi hanno raccolto all'arrivo. Il tutto per vincere una coppa di legno di una categoria che non dovrebbe nemmeno esistere (TM). Molto meglio i 10 km di San Filippo, almeno li c'era un pubblico....

A questo punto mi si potrebbe dire: "ma in bici ci vai, e ci gareggi anche!". Certo! Perché in bici non c'è nessuno che mi dice quale è il tempo giusto da fare in gara, perché non è una questione di matematica (anche se io non ci ho mai creduto nemmeno nella corsa a piedi). Io mi scelgo le gare, e di solito sono quelle con tanta gente. Io mi scelgo gli avversari, e se sono stanco sono libero di dire "vai e cerca di vincere". Certo ci vuole più tempo, ma nemmeno così tanto in più di quello impiegato per i viaggi nei pizzi di montagna. 

Non sono più super-allenato come l'anno scorso.....ma sapete che c'è? NON ME NE FREGA NIENTE!!!