venerdì 28 ottobre 2011

Ogni attimo ha il suo posto

Ritengo, senza dubbio alcuno, che la stagione passata (o potrei dire presente, considerato che non è mai finita quella passata) sia stata per me soddisfacente. Di certo ho lavorato duro, credo di non aver mai saltato un allenamento, semmai non sono riuscito a finirne alcuni. Se volessi parlare di numeri, usando un linguaggio universalmente conosciuto, direi:
dal 28 ottobre 2010 al 28 ottobre 2011 corsi 2528 km in 200 allenamenti. 221 ore della mia vita spese a correre. Si tratta di circa 2200 pagine di libri non lette, 73 cene o pranzi non goduti, poco più di 9 giorni dedicati al fisico. E che sarà mai? Se considero il resto del tempo mi rendo conto che, in fin dei conti, la proporzione è corretta. dormo mediamente 6 ore e mezza al giorno. Un anno è fatto di 8760 ore. Togliamo l'allenamento (-221 = 8539), togliamo anche l'allenamento in bici (-366 ore = 8173). Togliamo le ore di sonno (-2373 ca. = 5800). Adesso resta da capire come ho impegnato queste 5800 ore nell'arco dell'anno. Diciamo una media di studio di almeno 4 ore al giorno (se contiamo i periodi di studio da 8/9 ore e quelli da 1/2 ore viene fuori una media sulle 4 ore). Dunque 4 ore per 365 giorni fa 1460. Scomputiamo (-1460 = 4340). Sono ancora tante, circa 180 giorni. ok, diciamo che almeno 4 ore al giorno vanno via in pasti (-1460 = 2880) e altre 2 ore al giorno vanno via in cazzeggio (-730 = 2150). Ci sono ancora 89 giorni da considerare. Tempo dedicato alla mia dolce metà (anche se lei non lo ammetterebbe mai) almeno 3 ore al giorno (-1095 = 1055). 
Mi restano 43 giorni. Le possibilità sono 2:
1) ho sbagliato i calcoli e sono stato avaro con le ore di studio, di sonno (ma non credo proprio) o con quelle con la fidanzata (possibile)
2) la peggiore....buona parte delle restanti 1055 ore le ho spese in macchina a cercare parcheggio in centro (mediamente 1 ora ogni volta che uso la macchina).

In realtà ogni attività va considerata tenendo conto dei tempi di trasporto, dunque il calcolo è molto approssimativo. Quando vado in facoltà, se non sono le 8 del mattino ci metto 1 ora per trovare parcheggio, donde la necessità (impellente) di un mezzo di trasporto che si possa "abbandonare" nei posti dei motorini (e purtroppo non posso usare la bici quando sono in giacca con la borsa da 5 kg). Insomma, togliamo un 300 ore di trasporti alle 1055 e avremo 755 ore da collocare a piacimento. Si tratta di 31 giorni, un mese. Posso ben dire che non ho idea di quello che ho fatto per un intero mese della mia vita, P.Q.M. potrei sentenziare che l'anno potrebbe tranquillamente avere 11 mesi e non 12. Devo essere stato avaro col cazzeggio, forse le ore erano 3, ma io cerco sempre di limitarmi facendo attività costruttive. Da tutto questo calcolo restano fuori gli amici...non mi piace perdere tempo con certe cose e del resto, chi non sta al passo, rimane indietro (così mi hanno detto).....salvo poi rimontare alla fine.....e vincere.

lunedì 17 ottobre 2011

Maratonina di Cremona. Campionato italiano assoluto

La classica frase "il buongiorno si vede dal mattino" per me è spesso un imperativo, ma questa volta ho dovuto ricredermi necessariamente. La partenza da Catania è stata una delle cose più assurde mai viste. Strade limitrofe all'aeroporto completamente allagate, abitanti del posto che fanno blocchi stradali con i cassonetti e picchiano gli equipaggi degli aerei in partenza, caos e panico nell'incertezza di arrivare a Milano. Ecco, più o meno la situazione che ci si è presentata sabato mattina quando, speranzosi, siamo arrivati all'aeroporto di Catania. Il risultato è stato che c'era una fila chilometrica ma noi, da bravi runners, abbiamo parcheggiato a 2 km dall'aeroporto e siamo arrivati a Fontanarossa in tempo, con i piedi zuppi, ma in tempo, rischiando di essere menati (anche noi) dai manifestanti, ma comunque in tempo. Nonostante la corsa prima del tempo, l'aereo non era pronto, il ritardo, dapprima indefinito, si è concretizzato in più di 6 ore. Risultato: ho studiato diritto amministrativo nei comodissimi sedili dell'aeroporto di Catania per almeno 2 ore filate e mi sono dissanguato comprando i panini nei vari bar sparsi per l'aeroporto. Alle 16.30 finalmente si parte. Arrivati a Milano un amico del buon Bruneo ci ha accompagnati fino alla stazione (per fortuna perché altrimenti avremmo dovuto prendere non so quanti e quali mezzi pubblici). Il tragitto verso Cremona è stato semplice, treno veloce e con poca gente. La prima cosa buona del viaggio è l'hotel. Il Caso volle che l'ultima stanza rimasta in centro fosse quella di un 4 stelle. Una delle camere migliori che io abbia mai avuto, con tanto di microonde e thé a nostra disposizione.
Arriva l'ora di andare a nanna, Bruneo non chiude occhio, Mario è isolato nell'appendice della stanza e io dormo come un bimbo. Il giorno dopo sveglia alle 6.30, come di consueto, almeno per me, lauta colazione con cornetti (non credo a chi mangia poco prima delle gare per paura del mal di pancia, io devo mettere benzina abbondante). Foto di rito, riscaldamento e "ingrigliamento". Ovviamente c'è un casino, chi ha un personale decente (sotto l'ora e dieci) può stare davanti. Noi altri comuni mortali siamo leggermente dietro, l'organizzazione cerca di scremare ma non si possono trattenere 2500 persone così, poco prima dello sparo, i gruppi si uniscono.

Parte la gara. L'idea, abbastanza concreta anche se pur sempre rischiosa, è quella di partire intorno a 3'47 e tenere il ritmo per tutto il tempo possibile, cercando di stare sotto 1h20. Riusciamo a fare di meglio perché i primi 10 km in compagnia ci permettono di viaggiare coperti, passiamo al 10° km in 37'58'' (mantenendo senza problemi i 3'47''/km). al 18° km passiamo in 1h08m06s mantenendo sempre i 3'47'' (non credo di essere mai stato così regolare in vita mia). Al 19° comincia la guerra, ma il mio avversario stavolta è solo l'orologio dunque niente colpi di testa. Partirò solo all'ultimo km. Infatti faccio proprio questo, Bruneo va via al 19°, io rimango col trathleta che è rimasto con noi per gran parte della gara. Sono davanti quando comincia il 20° km, do un colpo secco ma lui non molla, allora rallento e lo lascio passare. Ma non riesce ad aumentare, è cotto più di me. Aspetto che cominci lo strappo in salita degli ultimi 200 metri, appena la strada si impenna do un altro colpo e vado via solo e tranquillo verso il mio nuovo PB: 1h19m48s (peccato non aver ripreso anche la ragazza dell'esercito, 4° elemento del nostro gruppetto, che si è piazzata subito dietro Bruneo. Dario è arrivato 11 secondi prima di me (del resto devo mantenere in vita almeno un avversario interno altrimenti mi passa la voglia di allenarmi xD). 

Alla fine della giornata siamo tutti felici e contenti, stanchi ma soddisfatti. Per una volta siamo riusciti a partire piano e arrivare in progressione (e non mi riferisco al viaggio di andata ;).










venerdì 14 ottobre 2011

La vigilia

La vigilia di una gara importante è sempre stata all'insegna dell'entusiasmo, entusiasmo per il viaggio, entusiasmo per la corsa, entusiasmo di partecipare ad una manifestazione che non si tiene tutti i giorni. Ma questa volta è diverso. I tanti impegni di questo periodo mi hanno tolto quel tempo "morto" che dedicavo alla corsa fuori dalla corsa stessa. Non significa che non ho voglia di correre o che sto attraversando un periodo di "stanca", solo che quando non corro....non corro. Nel senso che la corsa resta fuori dalla mia testa. Rimane il meglio probabilmente, gli allenamenti, la stanchezza, il relax, le gare. Ma l'idea di dover perdere circa 40 ore del mio tempo in viaggi e trasferimenti mi infastidisce. Togliendo le ore di sonno, non più di 7, diventano 33 ore. Togliendo i pasti diventano 30 ore. Vorrei usare la metà di questo residuo temporale per studiare ma so per certo che studiare in treno è difficile, forse riesco nelle 2 ore di aereo. Insomma, non me ne frega nulla del contorno della vicenda, mi può interessare solo la gara, ma la stessa non vale la fatica del contorno. Da oggi decido io dove andare, come e a far cosa. Non mi interessano i campionati, i mondiali, le olimpiadi, le 24 ore e il minuto sprint....corro come e dove mi pare. Del resto, come il 99 % dei runner(s) (ma il sostantivo inglese scritto in italiano si declina al singolare) non percepisco stipendio e corro solo per stare in forma. L'agonismo rimane tutto, ma non mi piacciono le gare lunghe, per me 21 km sono un'infinità e dovendoli correre più piano di un 10000 o un 5000 diventa sistematicamente un calvario. Dovrei provare a pensare ai listini di borsa mentre entro in crisi di fatica al 17° km, ma c'è il rischio che cominci a fare variazioni di ritmo senza un apparente motivo.

La realtà è che sto invecchiando. Molti direbbero crescendo, ma lo direbbero perché vedono nella vecchiaia qualcosa di brutto, da allontanare. Per me non è così. di certo non mi piace invecchiare per quanto riguarda gli aspetti prettamente fisici della vicenda, ma ci sono anche tante cose positive. si diventa più riflessivi, si comincia ad avere il buon senso di fare le proprie scelte da soli, senza appoggiarsi a questo o a quell'amico. La vecchiaia, se accettata non con rassegnazione ma con buoni propositi, è sinonimo di coraggio. Perché si capisce che le cose saranno sempre più difficili. Quello che alle elementari era il sussidiario, all'università diventano un centinaio di volumi ogni forma e dimensione. Mi sembra una metafora adatta al contesto. 

In tutto questo marasma di pensieri la corsa è sempre li, pronta a darmi una mano quando penso "non ce la faccio". Perché se abbatto un record, se corro fino alla sfinimento, posso fare allo stesso modo tutte le altre cose della mia vita. Con la passione si può arrivare oltre ciò che si immagina. Con la passione, e non a caso Gordon la chiamava "avidità", si può essere vincenti sempre e mai appagati, così da poter ambire sempre a nuove vittorie. 


Avidità....nella corsa.....e in tutto il resto

lunedì 3 ottobre 2011

1° Maratonina dei Nebrodi

Per le questioni legate al percorso rinvio a questo post nel blog della mia squadra.
Di certo non si può dire che sia stato un allenamento, perché se fosse stato un allenamento significherebbe che riesco a eguagliare il mio PB (1h23m26s) in allenamento, la cosa mi farebbe enormemente piacere, ma anche enormemente paura perché implicherebbe che in gara dovrei abbassare di molto il mio PB. Ammesso che ieri c'era caldo e c'erano varie salite, e mettiamoci anche (senza voler trovare giustificazioni) che giovedì e venerdì in bici, con il solo sabato di riposo, non hanno certo aiutato.....non ho fatto la gara per allenarmi. C'era voglia di testare le nuove velocità raggiunte durante l'estate, c'era voglia di testare i 21 km a ritmi più brillanti. E forse è per questo che si parte senza un criterio, con un primo km a 3'32'' (c'era la discesa, ma anche senza sarebbe stato 3'36 più o meno). Si torna subito tra gli umani e il crono del km 2 segna 3'54''. Si forma un bel gruppetto, ci sono Arcidiacono (che non sta forzando per nulla) e qualche altra faccia nota. Si cerca di viaggiare intorno ai 3'50''. Il terzo km va via in 3'55'', un po' troppo rilassato, ma il primo km sprint ci permette di ammortizzare il ritardo. Al 4° km Arcidiacono va davanti e da una bella botta, 3'50'' fisso nel km dove comincia la salita, qualcuno rimane indietro ma io e Dario riusciamo a tenere senza troppi traumi....siamo ancora freschi e questi ritmi li conosciamo. 3'57'' e 4'05'' i km in salita, di più non si poteva fare dato il fastidioso muro che fungeva da giro di boa. Sempre in gruppo, tirando un po' ciascuno, chiudiamo l'ultimo km del primo giro (7° km) in 3'49'' (ma è in leggera discesa).
Comincia il secondo giro, subito con un bel 3'49'' che promette bene. Ma nel rettilineo qualcuno si addormenta e i km 9 e 10 vanno via rispettivamente in 3'58'' e 3'57'', decisamente troppo lenti. A questo punto siamo a metà gara, Arcidiacono decide di aumentare, sta facendo un progressivo. Io lo seguo, Dario rimane nel gruppetto. Qui si decide l'esito della gara. In solitaria, io e Arcidiacono chiudiamo il km 11 in 3'48'', poi i 2 km di salita in 3'53'' e 4'09''. In salita mi rendo conto del caldo che sopraggiunge senza pietà. Passiamo sotto il traguardo chiudendo il 14° km 3'51''. Ho una brutta sensazione, temo che Arcidiacono prima o poi acceleri di colpo e mi abbandoni al mio destino, infatti così sarà tra un paio di km. Chiudiamo (ancora insieme) il km 15 in 3'52'', e comincia il calvario. Arcidiacono accelera e io non riesco a stargli dietro, chiudo il km 16 in 3'57''. Ma la cosa peggiore è che sono andato in leggero fuori giri e sta per arrivare la salita. il km 17 lo chiudo in 4'06'', l'unica cosa che mi spingeva a correre erano due ragazzi poco davanti a me. al 18° km Dario arriva da dietro e mi passa, cerca di tirarmi ma io sono cotto e riesco solo a strappare un 4'02''. I due km in salita, rispettivamente il 19° e il 20°, sono una sorta di tortura. 4'09'' il 19° quando il giro prima avevo chiuso lo stesso tratto in 3'53''. Ma il vero disastro è il km 20, lo strappetto mi devasta le gambe...chiudo il km 20 in un misero e vergognoso 4'26''. L'orgoglio mi chiama a raccolta nell'ultimo km, riesco ad accelerare quel minimo che basta per chiudere a 3'59'' ed eguagliare il tempo di Roma, che attualmente rimane il mio personale. 

Una riflessione è d'obbligo. Correre senza un minimo di tifo, e per di più correre una mezza maratona, è davvero difficile. Quando si resta soli poi, diventa una noia mortale. Guardando la classifica del TDS mi sono reso conto che tra il secondo e il terzo giro, cioè dal km 8 al km 21, la mia posizione assoluta non è cambiata. Ero 27° e alla fine sono arrivato 28° assoluto (c'è stato un sorpasso vicino al traguardo). Sempre 5° di categoria. La mia riflessione è amara, perché mi sembra assurdo che con un tempo misero come 1h23m (perché è misero) si riesca ad arrivare nei primi 30°. Chi ha vinto a fatto 1h12, va bene che c'era caldo e il percorso non era il massimo, ma comunque è assurdo che nei gruppi tra 1h25 e 1h20 ci siano si e no 10-15 persone. E' chiaro che poi si rimane da soli!