mercoledì 24 agosto 2011

La colpa è delle chiodate....no, è mia

Quando si esagera si tende sempre a dare la colpa a qualcosa o qualcuno che sia diverso da noi. Ma questa volta mi prendo le mie responsabilità. Sulla tabella c'era scritto 8x200 in 35'', nessuno mi obbligava a tentare di chiuderli tutti tra i 32 e i 33 secondi. Ma io, furbo, ho voluto comunque farlo. Spinto dal fatto che gli allenamenti estivi, tutti improntati alla velocità, mi permettevano di correre le frazioni da 200 metri in 31'', ho deciso che 32-33'' potevano essere un tempo buono dato che si comincia ad allungare la distanza. E pensare che l'Allenatore l'aveva detto....."non è un ritmo forsennato per non rischiare di farci male". Parole al vento purtroppo. Non sono infortunato, assolutamente (altrimenti non sarei qui a scrivere ma mi starei dannando per non poter correre), ho solo i risentimenti ai polpacci tipici dopo una corsa veloce con le scarpette chiodate (per alcuni strumenti di tortura, per me armi da guerra imprescindibili per un mezzofondista!). E si....fare i 200 in pista è sempre un allenamento stupendo, a qualsiasi velocità. Non nascondo la mia vanità nell'essere guardato mentre sfreccio verso l'arco del traguardo, partendo a testa bassa e alzandomi dopo pochi metri, uscendo dalla curva con le migliori intenzioni e cercando appoggi perfetti che ci sono sempre (per fortuna) fino ai 130-150 metri, completando la mia fatica con un frenetico movimento di gambe e braccia, cercando le ginocchia alte più della solita falcata felina, parallelo alle tribune, gettandomi sull'arrivo come fosse una gara. Io i 200m li interpreto così....uno spettacolo per me e per gli altri, devono essere belli, stilisticamente perfetti, del resto, considerata la velocità, possono solo servire a migliorare la tecnica di corsa. Di certo non sto cercando di diventare un velocista. Ma, nonostante sia il modo migliore per apparire, è anche il modo migliore per essere....infortunati o affaticati. Il meccanismo delle chiodate è come un contrappasso dantesco...più spingi i chiodi nella pista, più la trafiggi con violenza più lei ti ripaga con una spinta in avanti, il contrappasso sta nel fatto che più si trafigge la pista con i chiodi, più i chiodi sembrano trafiggere i polpacci dopo ogni seduta d'allenamento. E ti ritrovi a camminare come una specie di pinguino, in cerca di qualcosa che possa far passare il fastidio, cercando di praticare improbabili massaggi con oli e creme di ogni sorta e genere. Cerchi di mangiare tutti gli alimenti che hanno riconosciute proprietà terapeutiche e per il recupero (fossero anche schifezze della peggior specie). Insomma ci si ritrova con un impedimento cui non si è abituati e che si vuole eliminare il prima possibile. 
L'unica soluzione possibile è il riposo....almeno così dicono...

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